QUARENTENA

Criterios sobre aspectos varios de la vida

ALLE RADICI DELL’ALBERO (i)

QUARENTENA

Milano, primi di maggio 2020

Quarantena, lockdown, distanziamento sociale.

Sono due mesi che la mia amata città sempre piena di traffico,affari, eventi culturali e mondani, turisti e persone in perpetuo movimento, si è invece acquietata.
È rimasta in silenzio, quasi immobile e vuota nelle sue vie sempre affollate.
La gente resta chiusa in casa… in attesa che si attenui il morbo, si calmi la trasmissione del virus, si possa riprendere una una vita simile a quella condotta fino a febbraio.

Col passare delle settimane in isolamento siamo ora consapevoli che nulla sarà più come prima che passasse l’uragano travolgente dell’epidemia.
Ogni nostro comportamento sociale è ora sottoposto ad una automatica verifica: sicuro o pericoloso, per me e per gli altri.
I nostri rapporti sono ora imbrigliati nei calcoli di rispetto della distanza sociale, nell’uso di guanti e mascherine, nella valutazione di possibili sintomi della malattia e dei suoi sistemi di contagio.
A gennaio non riuscivamo ad immaginare che in poche settimane l’intero pianeta sarebbe stato messo a tappeto da un minuscolo,
contagiosissimo virus, capace di stravolgere e minacciare la vita di tanta umanità.

Inoltre in questa bufera sanitaria ci giungono ogni giorno ondate su ondate di informazioni incessanti e continue da tutto il mondo, spesso in contrasto tra loro, in una infinita turbolenza informativa dove tutto può essere il contrario di tutto.

In una primavera ormai avanzata, i lillà che sfioriscono, i semi dei pioppi nell’aria, i verdi brillanti dei fogliami degli alberi sotto casa,
mi viene chiesto di parlare della nostra famiglia di origine, “ i Pozzi”,
di come eravamo da piccoli e da giovani, noi quattro fratelli e di come erano i nostri genitori e la nostra vita insieme.
Mi tuffo così in un terreno nuvoloso e morbido, di affetti potenti, di radici che nel tempo hanno costruito il nostro essere attuale e la nostra personalità.